Sono diventata madre

Dopo la nascita di un figlio, la madre ha diritto a un congedo di maternità ininterrotto di almeno 98 giorni o 14 settimane (Codice delle obbligazioni, art. 329f). Durante questo periodo, l'80% del reddito medio viene corrisposto sotto forma di indennità giornaliere. Tuttavia, va notato che l'importo massimo giornaliero è di CHF 220.– (Legge sulle indennità di perdita di guadagno art. 16f).

Le indennità giornaliere vengono corrisposte solo se la gestante è stata assicurata presso l'AVS per nove mesi prima del parto (periodo adeguato per i parti prematuri a partire dal sesto mese). Inoltre, la donna deve aver esercitato un'attività lucrativa per almeno cinque mesi durante il periodo indicato (Legge sulle indennità di perdita di guadagno art. 16b).

Il diritto all'indennità termina generalmente 98 giorni dopo la nascita del bambino. Se il bambino viene ricoverato in ospedale per un minimo di due settimane e un massimo di 56 giorni subito dopo la nascita, il diritto termina 98 giorni dopo la dimissione dall'ospedale (Legge sulle indennità di perdita di guadagno art. 16c).

Il diritto all'indennità di perdita di guadagno si estingue anche in caso di morte della madre o di ripresa anticipata dell'attività lavorativa (Legge sulle indennità di perdita di guadagno, art. 16d). Tuttavia, ciò può avvenire solo dopo l'ottava settimana dalla nascita del bambino (Legge sul lavoro art. 35a cpv. 3).

Il divieto di licenziamento non si applica alle donne incinte o alle lavoratrici in congedo di maternità. Di conseguenza, le lavoratrici gestanti o in congedo di maternità possono recedere dal rapporto di lavoro in qualsiasi momento. I termini di preavviso e le scadenze contrattuali devono essere rispettati. In questo caso il diritto all'indennità di mancato guadagno cessa non appena la lavoratrice non è più alle dipendenze del datore di lavoro.

Esempio: una donna incinta si dimette dal lavoro all'8° mese di gravidanza e ha un periodo di preavviso di 3 mesi. Una volta scaduto questo periodo, il diritto all'indennità di perdita di guadagno cessa.

Il partner o partner dello stesso sesso ha diritto al congedo di paternità solo se al momento della nascita esiste un rapporto di filiazione con il partner. Tale rapporto di filiazione risulta dal matrimonio con la madre o attraverso il cosiddetto riconoscimento o attraverso una sentenza del giudice (Codice civile, art. 255).

Ulteriori informazioni sul congedo di paternità sono disponibili al seguente link:
Sto per diventare padre/Sono diventato padre

Il congedo di maternità può essere prolungato di due settimane dopo la scadenza del periodo minimo di 14 settimane previsto dalla legge senza alcuna giustificazione, in quanto, fino alla 16a settimana dopo il parto, il lavoro può essere ripreso solo con il consenso della lavoratrice (Legge sul lavoro, art. 35a comma 3). Una volta scaduto questo periodo, non c'è più diritto a un prolungamento del congedo di maternità ai sensi della legge sull'indennità di disoccupazione.

Inoltre, il congedo di maternità può essere prolungato di un massimo di 56 giorni se il bambino deve rimanere in ospedale per almeno due settimane subito dopo il parto (Codice delle obbligazioni art. 329f). Durante questo prolungamento, la madre ha diritto a un'indennità di perdita di guadagno, ma deve fornire un certificato medico per dimostrarlo (Ordinanza sulle indennità di perdita di guadagno, art. 24).

Il lavoro è vietato per le prime otto settimane dopo il parto. Dopodiché, con il vostro consenso, potrete tornare al lavoro fino alla 16a settimana. Va notato che il diritto all'indennità di maternità decade se si inizia a lavorare prima della fine del congedo di maternità di 14 settimane (Legge federale sulle indennità di perdita di guadagno, art. 16d).

Il datore di lavoro deve anche rispettare le misure di protezione (vedi tabella riassuntiva "Protezione della maternità: tabella sinottica"). 

Il diritto è esteso solo se il bambino deve rimanere in ospedale per almeno due settimane subito dopo la nascita. Il congedo di maternità è prolungato fino a un massimo di 56 giorni (Codice delle obbligazioni art. 329f).

No. Fino a 16 settimane dopo il parto, il datore di lavoro deve offrire alle donne incinte che normalmente lavorano tra le 20.00 e le 6.00 un lavoro equivalente tra le 6.00 e le 20.00, se possibile.

Va notato che anche le donne che allattano possono essere impiegate solo con il loro consenso e devono avere il tempo necessario per allattare. Inoltre, le donne che allattano possono assentarsi dal lavoro dietro semplice notifica, ma senza alcun obbligo per i datori di lavoro di continuare a pagare il salario (Legge sul lavoro art. 35a - b).

Le madri che allattano possono essere impiegate in lavori pericolosi e gravosi solo se una valutazione dei rischi ha stabilito che non vi sono rischi specifici per la salute della madre e del bambino o che questi possono essere eliminati con misure di protezione. In caso di lavori oggettivamente pericolosi o gravosi, deve essere offerta un'alternativa equivalente non pericolosa (Ordinanza 1 concernente la Legge sul Lavoro, art. 62). Un lavoro è considerato equivalente se soddisfa i requisiti tecnici e intellettuali del posto di lavoro abituale. Se ciò non è possibile, viene emesso un divieto di occupazione e il datore di lavoro deve pagare l'80% del salario (Legge sul lavoro, art. 35, comma 3). L'obbligo di continuare a pagare il salario non si applica se il lavoro è considerato soggettivamente pericoloso o gravoso.

Le madri che allattano hanno diritto a un periodo di allattamento retribuito fino a un anno dopo la nascita del figlio, che conta come orario di lavoro. Il diritto è di 30 minuti fino a quattro ore di lavoro giornaliero, di 60 minuti da 4 a 7 ore di lavoro giornaliero e di 90 minuti per 7 ore o più di lavoro giornaliero (Ordinanza 1 concernente la Legge sul Lavoro, Art. 60).

Promozione allattamento al seno Svizzera

Se il bambino si ammala, il datore di lavoro deve concedere alla madre o al padre fino a tre giorni di permesso per ogni caso di malattia per prendersi cura del bambino. Può essere richiesto un certificato medico, poiché la malattia del bambino viene considerata come assenza per malattia da parte della madre o del padre. Di conseguenza, il salario viene corrisposto come in caso di malattia e si applicano le condizioni previste dall'art. 324a del Codice delle obbligazioni in merito alla continuazione del pagamento del salario in caso di malattia.